La Gen Z e il debito: indigestione di carte di credito, nessuna educazione al risparmio.
Lavoro, famiglia, casa, denaro, libertà, guerre, aspirazioni e possibilità: ogni generazione ha i suoi problemi. Nel caso dei Millenials, passati all’età adulta dopo la Grande Recessione, immaginare e costruirsi un futuro e’ stata un’impresa difficile e la maggioranza dei giovani ha avuto vita dura.
Ma le finanze dei ventenni di oggi, la cosiddetta Gen Z, sono ancora peggiori: tra inflazione, tassi di interesse record e difficoltà occupazionali, la situazione finanziaria dei neo-maggiorenni si sta trasformando in una vera bomba a orologeria. Pagare i debiti rischia di diventare una missione impossibile.
A lanciare l’allarme sull’eccessiva propensione al debito dei giovanissimi e’ un nuovo rapporto della TransUnion, una delle più grandi società di recupero crediti a livello mondiale. Ebbene, secondo gli esperti di insolvenze, i consumatori della generazione Z di età compresa tra 22 e 24 anni hanno livelli di debito e tassi di insolvenza più elevati della storia per una serie di strumenti di credito – dalle carte di credito ai mutui e ai prestiti studenteschi – rispetto ai Millennials alla stessa età di dieci anni fa.
“Il saldo medio della carta di credito per i primi ventenni – spiega TransUnion – era di 2.834 dollari nel 2023. Si tratta di un valore superiore del 26% rispetto al saldo medio che i Millennials presentavano alla stessa età nel 2013 dopo aver adeguato l’inflazione”.
I “giovani adulti” di oggi sono stati più volte criticati per l’eccessiva propensione a fare acquisti sfrenati per piccoli lussi. Ma la doppietta della recessione indotta dalla pandemia e poi il rapido aumento dell’inflazione sono arrivati in un momento critico del loro percorso finanziario. Senza contare l’impatto devastante degli affitti record: il balzo record delle locazioni immobiliari nelle grandi città ha avuto (e continua ad avere) un impatto sproporzionato anche sulle aspirazioni di potersi permettere una casa dei giovani adulti.
Secondo il rapporto di TransUnion, la spesa complessiva per affrancarsi dalla famiglia è diventata troppo elevata e gli stipendi di primo ingresso nel lavoro non tengono il passo: “il costo degli affitti sta letteralmente divorando le loro buste paga, senza contare che i costi delle spese discrezionali, come il mangiare fuori casa, sono diventati esorbitanti”. E proprio per queste ragioni, fanno sempre più affidamento sul credito al consumo.
Ad aggravare il problema, inoltre, e’ il fatto che i ventenni della Gen Z guadagnano meno rispetto ai loro predecessori Millennials: in media, secondo le rilevazioni di TransUnion, lo stipendio annuo è di 45.493 dollari rispetto ai 51.852 dollari al netto dell’inflazione. Ciò significa che hanno meno soldi per coprire i prezzi più alti dei prodotti tecnologici e di piccolo lusso e, di conseguenza, si rivolgono al credito bancario e alle carte di credito per colmare il divario.
Con i tassi di interesse fermi a quote record, Il rischio di un boom di insolvenze cresce insomma esponenzialmente.
E in realtà, non è solo la Gen Z a rischiare di essere travolta dai debiti e dalle rate insostenibili. I saldi di credito totali e medi per i consumatori stanno raggiungendo livelli visti l’ultima volta prima della Grande Crisi Finanziaria.
Tuttavia, la Gen Z sta iniziando la propria vita adulta con più linee di credito, tassi di insolvenza più elevati e un rapporto debito/reddito più elevato rispetto ai Millennials della stessa età. I giovani di oggi tra i 22 e i 24 anni hanno un rapporto medio debito/reddito del 16% rispetto al 12% dei Millennials di quella età nel 2013.
Il messaggio di TransUnion è insomma chiarissimo: contro una crisi del debito, serve più educazione al risparmio.